Storia |
Il vitigno Schiava gentile ha origini quasi sicuramente in Slavonia, regione della Croazia compresa tra i fiumi Sava e Drava. Da queste regioni è stato importato in Italia, in un'epoca corrispondente a quella delle invasioni Longobarde, ossia attorno al tredicesimo secolo. Il nome è derivato dalla sua zona di origine, oppure, secondo un'altra teoria, dal fatto che fin dall'antichità queste vigne venivano coltivate in filari, e non lasciate libere come alberello. La famiglia delle "Schiave" comprende anche la Schiava grossa, la Schiava grigia e la Schiava nera. Tutti questi vitigni hanno in comune una certa rusticità (e quindi adattamento ai vari tipi di ambiente) e l'elevata produttività e la maturazione precoce. |
Caratteristiche ampelografiche |
Foglia: grande, pentagonale, tri o quinquelobata; seno peziolare a lira, seni laterali superiori a U aperto, inferiori appena accennati; lembo spesso, un po' piegato a gronda, con superficie bollosa; lobi un po' involuti e angolo alla sommità dei lobi terminali retto; pagina superiore glabra, verde chiaro, opaca con nervature verdi; pagina inferiore lanugginosa, di colore grigio-verde chiaro con nervature vellutate e sporgenti; denti laterali molto pronunciati, irregolari, convessi, acuti.
Grappolo: grosso (lunghezza 25-30 cm.), compatto, allungato, cilindrico-conico, talvolta alato; peduncolo visibile, semilegnoso.
Acino: più che medio, quasi grosso (diametro medio 17 mm.), sferoide, irregolare; ombelico persistente; sezione trasversale circolare, irregolare; buccia pruinosa di colore nero-violaceo con distribuzione regolare della colorazione, poco consistente; succo incolore, sapore neutro, polpa succosa; pedicello medio, verde; cercine evidente, verde-bruno, rugoso; pennello medio, rossastro; separazione del pedicello dall'acino facile. |