Vitigno |
Freisa |
Sinonimi |
freisa del Piemonte, freisa grossa, freisa piccola. |
Colore bacca |
Bacca rossa |
Vigoria |
Molto buona |
Maturazione |
Fine settembre, prima decade di ottobre. |
Produttività |
Regolare, generalmente abbondante; però in qualche annata va soggetta a colatura e acinellatura. |
Zone di coltivazione |
E' particolarmente diffuso sulle colline piemontesi dell’astigiano e di Casale Monferrato. |
Storia |
Le prime testimonianze scritte risalgono al cinquecento quando un vino molto pregiato con il nome di Fresearum veniva inserito in alcuni tariffari della dogana piemontese del comune di Pancalieri, nell'attuale provincia di Torino, nell'anno 1517. Successivamente Pietro Francesco Cotti descrive le sue coltivazioni di Fresia nella Val di Nieve a Brichetto del 1692 e poi altre tracce risalgono al 1760 quando in alcuni registri della Cantina di Lu vengono inscritte tra gli acquisti alcune barbatelle del vitigno e la vendita di vino Freisa. Per avere invece la prima descrizione ampelografica bisognerà attendere il famoso Calendario Georgico della Società Agraria di Torino del Conte Nuvolone, che descrisse molte delle varietà piemontesi nel 1799. Un altro conte invece, verso il finire dell'ottocento, lo descrivera come tra i più diffusi vitigni del Piemonte nel suo Album ampelografico. Si tratta del Conte Giovanni di Rovasenda, noto e stimato botanico del secolo, che presiedeva l'apposita commissione incaricata della classificazione dei vitigni piemontesi. |
Caratteristiche ampelografiche |
Foglia: di grandezza medio-piccola, trilobata, raramente pentalobata, pagina superiore glabra, di colore verde chiaro.
Grappolo: di grandezza media, allungati, quasi cilindrici, poco alati, piuttosto sciolti, con peduncolo ben visibile, piuttosto lungo, verde; pedicelli sovente rossicci; cercine rosso-violaceo, pennello rosso.
Acino: medio (più o meno grande o piccolo a seconda delle cosidette sottovarietà), subrotondi o leggermente ovali; buccia ben pruinosa, di color nero-bluastro (che l'abbondante pruina fa sembrare meno cupo), piuttosto sottile, ma resistente; polpa succosa, di sapore dolce, ma un po' aspro, semplice; succo incolore. |
Caratteristiche del vino che si ottiene con questo vitigno |
L'apporto di colore è discreto, ma soprattutto quello acido e strutturale che gli consentono invecchiamenti di medio termine. È un caratteristico vitigno piemontese dunque, dove i profumi del lampone e della violetta sono costanti e penetranti. Il gusto può essere secco o amabile, e facilmente il vino può presentarsi in versione leggermente frizzante. Bevuto giovane è un ottimo e fresco corroborante, dotato di vivacità e brillantezza, mentre negli invecchiamenti assume dei toni più maturi, con i frutti che si scuriscono verso il nero e qualche accenno terziario. |
Note |
Resistenza alle avversità: resiste abbastanza bene alle brinate tardive; ed è considerato vitigno più resistente alla peronospora degli altri della regione ("Barbera", "Bonarda"); più recettivo invece all'oidio. |