Vitigno |
Sangiovese |
Sinonimi |
brunello, calabrese, cardisco, maglioppa, mercatale, morellino, morellino di Scansano, nerino, pigniulo rosso, pignolo, pignolo rosso, prugnolo, prugnolo gentile, riminese, sangineto, sangiogheto, sangiovese dal cannello lungo di Predappio, s. dolce, s. gentile, s.grosso, s. di Lamole, s. di Romagna, san gioveto grosso di Toscana, sangioveto chiantigiano, sangioveto doppio, san zoveto, tignolo, sangiovese premutico. I biotipi sono 3: sangiovese romagnolo, sangiovese toscano ad acino piccolo o forte, sangiovese toscano ad acino grosso o dolce o gentile; le selezioni clonali riconosciute sono 36. |
Colore bacca |
Bacca rossa |
Aromaticità |
Neutro |
Vigoria |
Ottima |
Maturazione |
Fine settembre, inizio ottobre. |
Produttività |
Piuttosto abbondante e costante. |
Zone di coltivazione |
E' il vitigno più coltivato e diffuso in Italia, soprattutto nelle aree centrali, distinguendosi in biotipi e cloni diversi; recentemente è coltivato anche al sud. Il sangiovese dà ottimi vini in zone fresche di notte e calde di giorno, motivo per il quale al sud si possono ottenere difficilmente grandissimi risultati. |
Storia |
Il Sangiovese è un antico vitigni a bacca rossa autoctono della Toscana e sembra che debba il suo nome al termine Sangue di Giove con cui gli Etruschi lo indicavano in epoca antica, attorno al VII secolo avanti Cristo, in segno di ringraziamento alle divinità per questo frutto della terra. Successivamente sembra però che i Romani utilizzassero lo stesso termine per indicare un vino prodotto nella zona del Monte Giove nell'attuale comune di Santarcangelo di Romagna, vicino al Rubicone. Ma altre fonti scritte del XVI secolo lo vogliono descritto con il nome di Sangiocheto o Sangioveto, un vitigno produttivo e di alta qualità che venne menzionato ne La coltivazione delle viti da Giovan Vettorio Soderini. Successivamente si è attribuito il nome di Sangiovannese per descrivere un vitigno proveniente da San Giovanni Valdarno. La prima legge a tutela del vitigno, ormai radicato e fondamentale nel territorio toscano, fu emanata nel 1716 dal Granduca Cosimo III de' Medici, per porre delle regole di protezione e produzione del vino Sangiovese nel Chianti, a Pomino, a Carmignano e e nella zona del Valdarno. Nell'ottocento era alla base del vino del Barone Ricasoli che bilanciava il suo duro Chianti con del Canaiolo. |
Caratteristiche ampelografiche |
Foglia: media grandezza; pentagonale; quinquelobata, talvolta trilobata; con seno peziolare ad U più o meno largo, talvolta a V un po' aperto; seni laterali superiori a lira più o meno chiusa con bordi talvolta sovrapposti; seni laterali inferiori (quando sono presenti) a V stretto ed a bordi paralleli; lobi abbastanza marcati, piani; angolo alla sommità dei lobi quasi acuto; lembo generalmente piano, piuttosto sottile, con superficie liscia ma talvolta anche leggermente ondulata; pagina superiore glabra con leggero residuo aracnoideo; di color verde con toni dal verde bottiglia fino al verde chiaro mediamente brillante a seconda delle esposizioni; nervature principali di color verde chiaro; pagina inferiore con tomento aracnoideo quasi setoloso all'incrocio delle nervature, di color verde chiaro, con nervature di 1°-2°-3° ordine sporgenti. Denti laterali irregolari, pronunciati, acuti con margine rettilineo e base piuttosto stretta; [S.P.] media; di forma più lunga che larga; quinquelobata e trilobata; seno peziolare ad U piuttosto aperto; seni laterali superiori non molto profondi; seni laterali inferiori (quando sono presenti) poco profondi; lobo centrale piuttosto allungato con lobi laterali piuttosto evidenti; angolo alla sommità dei lobi quasi acuto; lembo sottile, piano, con superficie glabra nella pagina superiore; leggero tomento aracnoideo a fiocchetti nella pagina inferiore; nervature evidenti ma poco rilevate; di color verde-chiaro; spesso con residuo di tomento aracnoideo; nervature di 1°-2°- 3° ordine abbastanza sporgenti; dentatura irregolare più o meno pronunciata con margine rettilineo e base piuttosto stretta.
Grappolo: grandezza media o medio-grosso (lunghezza 17-25 cm); di aspetto più o meno compatto; forma cilindrico-piramidale con una o due ali; peduncolo visibile, semi-legnoso, grosso; [S.P.] di grandezza diversa a seconda del biotipo (a grappolo medio o medio-grosso od a grappolo medio-piccolo o piccolo); di aspetto generalmente compatto; di forma cilindroide o cilindrico-piramidale; senza o con una o due ali; peduncolo visibile, robusto, erbaceo o semilegnoso.
Acino: media grandezza (diametro trasversale mm 12-15); subrotondo talvolta quasi ellissoide; di forma regolare, piuttosto uniforme; ombelico non molto persistente; buccia molto pruinosa, di color nero-violaceo, consistente ma non molto spessa; polpa generalmente abbastanza sciolta, però talvolta, specie nei grappoli più grossi, anche compatta o di buona consistenza; succo colorato in rosa; pedicelli di media lunghezza o lunghi, di color verde chiaro; cercine mediamente evidente, verde, talvolta rossastro; pennello medio-corto, di color rossastro, non molto resistente al distacco; [S.P.] medio o piccolo (diametro mm 12-18); subrotondo quasi ellissoide; ellissoide nei grappoli più compatti; forma più o meno regolare, non molto uniforme; ombelico non molto persistente; buccia consistente, molto pruinosa, di color nero-violaceo; polpa quasi carnosa; succo leggermente colorato in rosa; pedicelli piuttosto corti, di color verde-chiaro; cercine mediamente evidente, verde; pennello piuttosto corto, più resistente al distacco che nel "Sangiovese grosso". |
Caratteristiche del vino che si ottiene con questo vitigno |
Con il sangiovese si ottiene un vino dal colore rosso rubino, compatto e vivace. Il profumo è molto intenso e fine, fruttato e floreale, con note di marasca, visciola e viola. Il gusto esprime ottimo equilibrio tra freschezza, tannicità e alcolicità, con importante struttura e grande persistenza gusto-olfattiva. |
Note |
E' uno dei vitigni classici che entra nella formula del vino Chianti. Fra i vitigni classici del Chianti è quello fondamentale. Nella mescolanza tipica del vino Chianti rientra con percentuali variabili da zona a zona che raggiungono perfino i 7/10. Fra le varie mescolanze tipiche del Chianti è abbastanza frequente quella contenente i 4/5 di uva nera (in prevalenza "Sangiovese" e un po' di "Canaiolo") ed 1/5 di uve bianche. Generalmente si unisce con il "Canaiolo nero" (5-15%), la "Malvasia" (5-15%) ed il "Trebbiano" (5-15%). Si può vinificare anche da solo, ma se ne ottiene un vino piuttosto rude, che invecchiando assume un colore troppo "aranciato". |