Sinonimi |
In Toscana è meglio nota come "Colombana bianca", "Colombana di Peccioli" o "S. Colombano". Nulla invece ha in comune con il "Verdiso" trevigiano, nè con la "Verdise" dei Colli Euganei (Padova), nè con il "Verdicchio" dell'Italia centrale e neppure con la "Verdeca" del Tarantino (Puglie), alle volte chiamata per errore "Verdea" (Del Gaudio e Nico, 1958). Nel grappolo ricorda invece lontanamente l'"Ansonica", con la quale tuttavia non dev'essere confusa, dato che questa varietà tra l'altro presenta le foglie glabre, mentre nella "Verdea" la pagina inferiore è tomentosa per lanuggine. In Francia la "Verdea" è conosciuta con il nome di "Dorée d'Italie". |
Caratteristiche ampelografiche |
Foglia: pentagonale, di media grandezza, tri-quinquelobata ma con seni laterali poco profondi specialmente quelli superiori; seno peziolare a V-U (bordi di rado divergenti, per lo più invece paralleli); pagina superiore glabra, verde abbastanza chiaro e lucente, con nervature principali di colore verde ancora più chiaro e sfumature vinose in prossimità del picciolo; pagina inferiore cotonosa, verde-biancastra con nervature di colore verde-chiaro e rosso vinoso in prossimità del picciolo; lembo leggermente piegato a gronda, spesso, superficie del lembo un po' bollosa, lobi revoluti. Angolo alla sommità dei lobi terminali quasi retto; denti abbastanza marcati, irregolari, in doppia serie, concavi, a base media; nervature di 1°-2°-3° ordine sporgenti.
Grappolo: di media grandezza, conico piramidale, piuttosto corto ma grosso, mono e bi-alato, giustamente compatto; peduncolo visibile, semilegnoso.
Acino: di media grossezza, subrotondo, regolare, con ombelico persistente, buccia poco pruinosa, un po' spessa, molto consistente, di colore verde-giallastro, opalescente (dorata dalla parte del sole); succo incolore, polpa leggermente carnosa, abbastanza liquescente, di sapore neutro, dolce, gradevole. Pedicello medio, con cercine evidente; pennello medio, incolore, di normale separazione dall'acino. |
Note |
L'uva di "Verdea" può considerarsi a duplice attitudine. In genere, però, viene utilizzata come uva da diretto consumo, per quanto non manchino esempi di vinificazione, com'è appunto il già ricordato caso di S. Colombano al Lambro in provincia di Milano (ed allorché particolari circostanze la rendano necessaria). Resistenza alle malattie e avversità: resiste molto bene al marciume, per cui si può conservare a lungo oltre che in fruttaio anche sulla pianta (la raccolta può venir protratta anche di 20-30 e più giorni); ha pure buona resistenza contro le altre malattie crittogamiche, mentre ha dimostrato di risentire subito la siccità. |