Vitigno |
Massarda |
Sinonimi |
Tabacca |
Colore bacca |
Bacca bianca |
Vigoria |
Buona |
Zone di coltivazione |
Il territorio di coltivazione della Massarda è tuttora quello apprezzabile dalle fonti storiche, ovvero l’estremo ponente ligure, dalle valli dell’Imperiese a San Remo, dove il nome più comune sembra essere quello di Tabacca, e fino a Ventimiglia, dove prevale il sinonimo Massarda (Eros Mammoliti, comunicazione personale). Non è possibile stimare la superficie occupata da questo vitigno, essendo attualmente presente solo nei vecchi impianti e frammisto ad altre varietà. |
Storia |
La prima citazione della Massarda, altrimenti nota come Tabacca, pare essere quella fatta da Acerbi (1825) o meglio dal suo corrispondente Alberto Nota, che la inserisce tra le uve bianche “a sapor semplice” e ad “acini oblunghi” della provincia di San Remo. Le citazioni in epoca ottocentesca e fino ai primi del ‘900 sono frequenti per entrambi i sinonimi e sottolineano la dimensione elevata dei grappoli e la grande produttività del vitigno; Gallesio (1995), che osservò la Tabacca tra le uve del territorio di Ventimiglia nel 1829, ne dice: “uva bianca, grappoli smisurati, ve ne sono di quelli di 8 a 10 libbre, acini grossi e dilungati, produce molta uva; vino potente, spiritoso.”. Benché già in queste brevi note si possa riconoscere agevolmente la fisionomia del vitigno, una descrizione più dettagliata della Massarda ci viene fornita dalla Commissione ampelografica di Porto Maurizio (1881). |
Caratteristiche del vino che si ottiene con questo vitigno |
Le uve Massarda sono caratterizzate da una acidità fissa elevata, forse anche legata alla consistente produttività. In condizioni particolarmente favorevoli sembra possa fornire vini freschi e dalle note olfattive interessanti, almeno stando ad alcune esperienze private di produzione di vino da uve Massarda in purezza. |