Vitigno |
Dolcetto |
Sinonimi |
ormeasco, dolsin, dolsin nero. |
Colore bacca |
Bacca rossa |
Vigoria |
Media |
Maturazione |
Seconda metà di settembre. |
Produttività |
Buona e regolare solo nelle località che meglio si confanno; se no, irregolare, molto variabile da un anno all'altro (nelle zone poco adatte, lascia facilmente cadere gli acini alla maturità). Si sarebbe anche osservata una colatura un po' più accentuata nel "Dolcetto a graspo rosso" che in quello a "graspo verde". |
Zone di coltivazione |
E' largamente diffuso nelle aree collinari del Piemonte e più limitatamente nelle regioni vicine. |
Storia |
Si parla per la prima volta del Dolcetto in un documento del comune di Dogliani, nel 1593, dove si richiamava i coltivatori a non sprecare le uve raccogliendole prima che fossero ben mature.
Le prime notizie invece scientifiche certe su questo vitigno sono datate 1798, ad opera del Conte Giuseppe Nuvolone Pergamo, allora vicedirettore della Società Agraria di Torino, che ne descrisse le qualità per conto della compagnia. Successivamente nel 1839 viene descritto da Giorgio Gallesio nella sua opera Pomona italiana, trattato degli alberi fruttiferi, oggi disponibile gratuitamente su internet che allora fu pubblicato in fascicoli a partire dal 1817. Il Gallesio comunque aveva già descritto nel 1812 il Dolcetto come un'uva autoctona del Monferrato, tornando sull'argomento poi nella sua opera, dove riportò anche tutte le altre viti piemontesi e le loro caratteristiche. |
Caratteristiche ampelografiche |
Foglia: medio-piccola, pentagonale, pentalobata, rossa vicino al picciolo, pagina superiore glabra, liscia, di colore verde cupo e sfumature rosse agli orli.
Grappolo: grandezza media o più, mediamente spargolo; piramidale piuttosto lungo (18-20 cm), alato (con 1-2 ali); peduncolo piuttosto grosso, bruno; pedicelli medi, rossi o rosso bruni a maturità; cercine evidente, rosso; pennello medio, rosso vinoso; separazione dall'acino: facile (non di rado anche troppo).
Acino: grandezza media (12 mm), di forma rotonda, ma non sempre costante, come non è sempre uguale la grandezza degli acini nello stesso grappolo; ombelico persistente; buccia ben pruinosa, di color nero bluastro, sottile; polpa succosa, di sapore molto dolce, semplice, gustosa; succo incolore. |
Caratteristiche del vino che si ottiene con questo vitigno |
Le caratteristiche dei vini ottenuti dal dolcetto possono variare molto nelle diverse zone, seppur vicine tra loro, ma in genere il colore è rosso rubino profondo ed il profumo mediamente intenso, fruttato e floreale. Il gusto esprime freschezza, buone sensazioni pseudocaloriche, leggera tannicità, discreta morbidezza e struttura, con persistenza aromatica piacevolmente fruttata. |
Note |
Resistenza alle avversità: in generale si considera meno resistente alle malattie crittogamiche del "Barbera", e anche alle tignole. è invece ritenuto più resistente alle avversità atmosferiche (geli, grandine). |