Impossibile nominare la Scozia senza nominare anche uno dei suoi più noti prodotti: il Whisky.
Il Whisky è un distillato dell'orzo antico di millenni, ma di origine non del tutto conosciuta. Si ipotizza che questa distillazione sia stata inventata dai cinesi già un paio di millenni prima della nascita di Cristo e che in seguito si sia diffusa nel resto del mondo, grazie al perfezionamento della tecnica da parte degli arabi e agli spostamenti dei crociati e dei pellegrini. La distillazione divenne poi particolarmente utilizzata nei monasteribritannici del Medioevo.
In uno stato come la Scozia, il Whisky ha subito un'enorme espansione proprio grazie alla morfologia del territorio e al clima particolare della zona. I fenomeni atmosferici, le temperature e la pioggia sono piuttosto imprevedibili in questo stato, ma il territorio selvaggio, umido e fresco garantisce una buona crescita dell'ingrediente principale del Whisky, ossia l'orzo, ma a ogni differenza ambientale possono corrispondere variazioni nel gusto del prodotto finale. È generalmente importante la presenza del mare, la qualità dell'aria e la mitezza del clima.
Attualmente sono cinque le regioni scozzesi in cui il Whisky viene prodotto: la regione di Campbeltown, le Highlands, le Lowlands, la regione di Island e Speyside.
Il Whisky segue un metodo di produzione che comincia con la macerazione del cereale in vasche d'acqua. Segue la fase di germinazione, durante la quale l'orzo viene steso e lasciato riposare, prima che si trasformi naturalmente in malto. In seguito l'orzo si essicca in forni appositi, che contribuiscono anche ad aromatizzarlo. L'infusione è la fase produttiva in cui il cereale viene macinato e poi immerso nell'acqua calda, prima di subire la fermentazione assieme ai lieviti.
Il tutto viene poi distillato grazie ad alambicchi di rame e lasciato invecchiare in botti di rovere.
Informazioni su Scozia
Regione |
Scozia |
Nazione |
Regno Unito |
Storia |
In Irlanda e in Scozia, al distillato di orzo e di frumento fu dato nome uisque que-beatha (signifca “acqua di vita”) o uisque-baugh, poi semplicemente uiskie nel XVII secolo, parole in gaelico che i romani, durante l’occupazione della Britannia, avrebbero tradotto in acqua di vite, abbreviato in wiskie nel 1715, e poi whisky nel 1736. La diffusione di questo distillato è dovuta alla grande crisi economica che pervase, a quel tempo, l’Europa. Esso era considerato dai poveri diseredati un mezzo semplice per sfuggire ala dura realtà. I primi manoscritti che fanno parola di questo distillato risalgono al 24 agosto 1494 e riferiscono che esso fu preparato la prima volta dal frate John Cor dell’Abbazia di Lindores (contea della Fife), utilizzando otto balle di malto d’orzo, per il re Giacomo IV. Nel 1560 furono chiusi i monasteri in Scozia e da allora la distillazione divenne domestica, familiare. Nel 1643 fu imposta, a Londra, la tassa sul whisky per finanziare la Guerra Civile e l’anno successivo la tassa fu estesa anche alla Scozia, sempre per motivi di finanziamenti. Nella sola Edimburgo nel 1777 operavano ben 400 distillerie clandestine. Finalmente nel 1823 il Parlamento ritirò l’imposta e tale provvedimento diede un impulso alla creazione di nuove grandi distillerie. Nel 1826 Robert Stein innovò la metodologia di distillazione, innovazione seguita da una ancora più interessante: la mescolanza di vari whisky, cioè la nascita dei cosiddetti blended. Un’altra fortunata novità fu la mescolanza di distillato d’orzo con distilalto di frumento, operata dalla Casa Usher. |
Prodotti tipici |
Il whisky per eccellenza è lo scotch whisky, cioè quello prodotto in Scozia con orzo scozzese e acqua torbata locale, in varie tipologie. Single malt whisky viene prodotto da orzo in una sola distilleria. Vatter malt whisky è prodotto con una miscela di differenti whisky di malto. Il raro Grain whisky è prodotto utilizzando come cereale unicamente il frumento. Blended whisky è il whisky più diffuso e più vario dal punto di vista organolettico ed è ottenuto da una miscela di differenti whisky di malto e frumento. |
Piatti tipici |
La cucina, è risaputo, riflette carattere, cultura e stile di vita del suo popolo. I piatti scozzesi dunque sono semplici, mai troppo elaborati, genuini e nutrienti. Vediamo alcune specialità tipiche. L’Haggis è uno dei piatti scozzesi più famosi al mondo. Molto saporito, forse è meglio non sapere che è preparato con frattaglie di pecora, rognone e farina d’avena. Comunque se il vostro stomaco non è pronto a tali sapori, ne esiste anche una versione vegetariana, a base di noci. Nelle case scozzesi, generalmente, non mancano mai i Bannocks (o Oatcakes): biscotti di farina di avena ed orzo e cotti al forno, accompagnati spesso da formaggio. Rimanendo in tema di formaggi, spesso incontrerete il Crowdie, preparato col siero di latte di latte un po’ inacidito condito con sale e pepe. Tra i dolci, ricordiamo anche i pudding, cotti al vapore, da mangiarsi caldi, accompagnati da custard (crema inglese), la shortbread, una specie di pasta frolla burrosa e friabile e la Dundee cake, torta con uvetta ed arancia candida che spesso e volentieri accompagna, il the delle cinque. |