Valpolicella

Esplorando la Morfologia, Confini e Paesaggio della Valle del Valpolicella

Un Territorio di Straordinaria Varianza Geografica

La regione del Valpolicella si snoda su un territorio collinare delimitato a nord dalle Prealpi Veronesi e a sud dal fiume Adige, estendendosi per circa 240 chilometri quadrati attraverso 7 comuni. Questa terra è caratterizzata da vigneti, uliveti, antiche pievi e ville venete, tra i quali scorrono torrenti localmente noti come "progni".

Diversità Morfologica

Le aree settentrionali, confinanti con i Monti Lessini, presentano prevalentemente una topografia montuosa dedicata a pascoli. La zona centrale, tradizionalmente la più vocata per la coltivazione della vite, è caratterizzata da secoli di attività vinicola supportata dai terrazzamenti in pietra detti "marogne". Qui, nei comuni celebri di Negrar, Marano, Fumane, Sant’Ambrogio e San Pietro in Cariano, si produce il Valpolicella Classico Doc. La porzione meridionale della valle è invece una pianura fertile, delimitata dall'Adige e dalla città di Verona, ideale per coltivare ortaggi e alberi da frutto.

Oltre i Confini Tradizionali

Oltre al territorio appena descritto, comprendente i 7 comuni di Sant’Anna d’Alfaedo, Fumane, Marano, Negrar, Sant’Ambrogio, San Pietro in Cariano e Pescantina, la produzione del Valpolicella Doc è permessa in una ristretta area collinare prevalentemente a est della valle, tutta situata nella provincia di Verona. Qui si aggiunge l'area della Valpantena e i comuni di Cerro Veronese, Grezzana, Dolcé, Verona, San Martino, Lavagno, Mezzane, Illasi, Tregnano, Colognola, Cazzano, Tregnago e Montecchia.

Un Viaggio dalle Origini Antiche al Moderno Valpolicella Classico

La potenzialità di questa terra per la produzione di vini rossi risale all'Antichità. Il nome stesso, forse derivante da "Vallis polis cellae" in latino, che significa "valle delle molte cantine", ne conferma l'importanza storica e produttiva.

Tracce del Passato

Gli insediamenti iniziali risalgono all'Età della Pietra, mentre il Neolitico vide la formazione dei primi villaggi sulle colline. Si registra anche la presenza di una popolazione potenzialmente etrusca, gli Arusnati, che condividevano il territorio con i Reti, di origine germanica, prima dell'arrivo dei Romani. Il termine "Retico" sembra aver dato origine al primo nome di specialità enologica di cui si ha traccia storica: il Retico.

Successi Romani e Medioevali

Il Retico godette di successo anche durante l'epoca romana, celebrato dai grandi autori latini e persino richiesto dagli imperatori. L'era medievale, sebbene carente di testimonianze enologiche significative, vide probabilmente la viticoltura mantenuta dal clero nelle numerose piavi e chiesette sparse nella regione.

Rinascita Moderna: Il Valpolicella Classico

Il successo moderno della tipologia Valpolicella Classico ebbe inizio nel 1924, con la fondazione del primo consorzio di viticoltori, ancora oggi attivo. Il primo disciplinare che istituì la denominazione risale al 1968, subendo modifiche nel corso degli anni. Questo disciplinare prescrive l'uso di uva Corvina (45%-95%), con possibilità di sostituzione da Corvinone (fino al 50%) e Rondinella (5%-30%). È permesso l'uso di altri vitigni rossi fino al 15%. La produzione coinvolge 17 comuni della provincia di Verona, con due specificazioni di origine: Valpolicella Doc Classico e Valpantena.

Stili Vari: Dal Fresco al Corposo

A seconda del metodo di produzione, il Valpolicella rosso può assumere caratteristiche diverse. Esistono versioni giovani e fresche, dal carattere moderno, ideali per aperitivi, verdure, carni bianche e persino pesci saporiti.

Varianti Corpose e Strutturate

Altre versioni più corpose, incluse quelle con menzioni Superiore e Ripasso, presentano una struttura più solida. Nel caso del Ripasso, vinacce di Recioto o Amarone innescano una seconda fermentazione, conferendo morbidezza, calore e rotondità al vino. Questi vini si sposano bene con carni rosse alla griglia o in umido e formaggi saporiti.

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