Storia |
Vitigno autoctono friulano, indubbiamente antichissimo, già coltivato in epoca imperiale romana, ebbe l’onore di deliziare i palati di papi e imperatori. Fra gli estimatori del Picolit, si annovera anche Carlo Goldoni, il quale definisce questo vino la gemma enologica più splendente del Friuli. Vitigno arrivato ai nostri giorni grazie all’opera del Conte Fabio Asquini di Fagagna che nel 1700 salvò questo pregiatissimo vitigno da sicura scomparsa. Fu lo stesso Asquini che lo rese noto ai ˆforestieri˜ in mercati di alto prestigio come Londra, Parigi, Genova, Milano, Ancona. Il Picolit veniva quindi apprezzato e consumato non solo in Italia, ma trovò tra i suoi grandi estimatori anche la Corte di Francia, la Corte papale e gli stessi Re di Sardegna, l’Imperatore d’Austria e lo Zar di Russia. Il Picolit è caratterizzato da produzioni limitatissime dovute a una particolarità nello sviluppo degli acini che vanno incontro ad un parziale aborto floreale, lasciando il grappolo spargolo con acini più piccoli e più dolci. Oggi viene coltivato nella fascia collinare del Friuli Venezia Giulia, nelle province di Udine e Gorizia. La vendemmia 2006 è la prima a D.O.C.G. ˆColli Orentali del Friuli ˘ Picolit˜: grazie al riconoscimento del particolar pregio, il Picolit è infatti la seconda D.O.C.G. della regione Friuli Venezia Giulia. |
Sistema di allevamento |
Coltivazione a doppio capovolto. |
Vinificazione |
Le uve dopo il taglio dei tralci vengono appassite in pianta. Alla meticolosa selezione manuale delle uve segue diraspatura, pigiatura soffice e stabilizzazione a freddo ad una temperatura di 4-5 °C per una durata di 5 giorni. |
Affinamento |
In barrique per circa 24 mesi. |
Abbinamento |
Per le sue caratteristiche è un vino “da meditazione” da abbinare a pasticceria secca o formaggi stagionati come il “formadi frant”, antico prodotto caseario friulano. |