Girò

Autoctono
(Locale)
Vendita vini Autoctono - (Locale)

Informazioni su Girò

Vitigno Girò
Sinonimi girò sardo, girgone di Spagna, Girogne comune, Gnieddu Allu, axina barxa, vargiu (per il colore vario).
Colore bacca Bacca rossa
Specie Autoctono
Vigoria Buona
Maturazione Seconda metà di settembre.
Produttività Media e anche abbondante, ma incostante.
Zone di coltivazione E' diffuso in Sardegna, soprattutto nelle province di Cagliari, Sassari e Nuoro, ma va lentamente scomparendo.
Storia Il Girò è un vitigno rosso che fu introdotto Campidano di Cagliari durante l'occupazione spagnola dell'isola sarda intorno al 1500 anche se inizialmente la sua diffusione era molto limitata, per poi esplodere due secoli più tardi. È quindi di probabile origine spagnola, anche se oggi è molto diffuso solo in questa parte dell'Europa, divenendo praticamente autoctono. È citato comunque da molti autori che spesso lo hanno indicato con nomi diversi, come il Manca dell'Arca descritto da Zirone in Spagna, o i sinonimi in dialetto sardo Nieddu alzu e Aghina bàrja per il Mameli e infine il Girone di Spagna per l'autore Lolli. Per il Flora Sardoa di Morris il vitigno invece si chiama Vitis suavis. Il periodo di maggiore diffusione riguarda la Sardegna del sud della prima metà del Settecento, sotto il dominio Savoiardo, come riportato dalle leggi emanate all'epoca per la regolamentazione nelle coltivazioni vinicole ad opera del Marchese di Rivarolo del 1736. Come moltissime uve europee, anche il Girò venne drasticamente ridotto e messo in pericolo dall'epidemia di filossera della metà dell'Ottocento, ma dalla fine degli anni 70 del Novecento i viticoltori sardi preferirono reimpiantarlo, decretando un forte sviluppo che ha riproposto all'attenzione degli appassionati il vitigno.
Caratteristiche ampelografiche Foglia: media grandezza, un po' reniforme, quinquelobata e raramente trilobata; seno peziolare a U aperto; seni laterali superiori a clava, a bordi semi-chiusi o chiusi, mediamente profondi; seni laterali inferiori a V, aperti, mediamente o poco profondi. Pagina superiore di colore verde carico; pagina inferiore glabra; lembo ondulato, con pagina superiore liscia o leggermente bollosa; lobi con bordi leggermente spioventi, angoli alla sommità dei lobi retti o quasi. Nervature principali sulla pagina inferiore di colore verde, alcune volte leggermente sfumate rosa, glabre. Dentatura regolare, in 1 o 2 serie, con denti di media grandezza, a margini rettilinei, a base di media lunghezza, mucronati. Grappolo: media grandezza o grande, semi-spargolo, cilindro-conico, spesso alato e piramidale; rachide di colore verde, spesso leggermente sfumato di rosa; peduncolo corto, grosso, semi-legnoso; pedicello di media lunghezza, esile, di colore verde; cercine poco evidente, di media grossezza o quasi piccolo e di colore verde; pennello di media grossezza o quasi piccolo, esile, di colore giallastro o leggermente sfumato di rosa; separazione dell'acino dal pedicello non difficile. Acino: media grandezza, sub-rotondo o rotondo; sezione trasversale regolare; buccia di colore nero-violaceo più o meno carico, consistente; ombelico appena evidente; polpa sciolta e a sapore semplice e zuccherino.
Caratteristiche del vino che si ottiene con questo vitigno Vino di colore rosso rubino. Il palato risulta generalmente morbido, a volte vellutato nelle lavorazioni migliori, spesso asciutto, con un grado alcolico medio e una bella struttura sorretta da tannini accennati. Raramente viene vinificato secco, dando il meglio di se in versione dolce e liquorosa.
Note Ottimo compagno per i dolci a pasta non lievitata, specialmente quella sarda con le mandorle come ingrediente base. Ma si abbina bene anche alla pasticceria cremosa o con le crostate di frutta, ma anche alla frutta, sia fresca che seccata.

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