Tra filari di cipressi di verace toscanità e paesaggi selvaggi come solo la maremma grossetana sa disegnare, proiettata verso il mare in un continuum di bellezza incredibilmente austera, si staglia Scansano, culla da circa due decadi di una delle rivoluzioni più significative del vino toscano. In questo contesto che travolge e cattura il visitatore, opera al servizio del vino di qualità la cantina della famiglia Terenzi, a pieno diritto annoverata tra i big di zona.
La filosofia alla base del progetto è facile a dirsi e complicata da realizzarsi, se non si è davvero spinti dal sacro fuoco del vignaiolo motivato: favorire l’equilibrio dell’uva in pianta, adottando potature conservative, limitando al massimo gli interventi con fitofarmaci e abolendo gli insetticidi. Se Eugenio Ranchino ha un bel da fare in campo, in cantina ci pensa il consulente di rinomate capacità tecniche Giuseppe Caviola a tentare sempre strade nuove e inesplorate. Il risultato è negli ottimi vini proposti, con la Riserva Madrechiesa in corsia di sorpasso.